Brano: Bari, Congresso dei C.L.N. di
presidenza del congresso e che la lettura del messaggio precedesse ogni altro intervento, ma liberali e democristiani si opponevano recisamente a questa procedura: il primo a prendere la parola, a loro avviso, non poteva essere che Benedetto Croce e, di conseguenza, gli azionisti pretesero che la parola spettasse subito dopo al conte Sforza. Fu proprio Lizzadri a cedere su questo punto e il congresso, eletta la presidenza, unanime sul nome di Alberto Cianca e differenziato su quello di Tito Zani boni, ascoltò attentissimo il discorso di Benedetto Croce.
A giudizio di chi scrive, non ci si poteva attendere dall’oratore nulla di meglio: la condanna dell'intervento fascista in Spagna, l’esaltazione dei combattenti per la libertà ovunque si trovassero (in Francia, in Cina, in Cecoslovacchia, in Polonia), l’affermazione che « il caduto prestigio del re e la diffidenza che si ha verso di lui vietano al re stesso di raccogliere combattenti italiani contro i tedeschi », l’accusa contro Vittori[...]
[...]Cerabona, della Democrazia del lavoro; Lelio Porzio e Luigi Cacciatore del P.S.I.).
Mentre in aula i discorsi si susseguivano a ritmo accelerato e con una relativamente comune intonazione, nei corridoi i rappresentanti dei partiti si accapigliavano sulle conclusioni da dare al congresso.
I liberali e i democristiani, in minoranza, erano fermamente decisi (specialmente i secondi) a mandare tutto all'aria se — sulla questione istituzionale — il congresso fosse andato oltre un puro e semplice voto di raccomandazione per l’abdicazione del re, soluzione che a qualche democristiano sembrava perfino audace e rivoluzionaria. Dall’altra parte, i tre partiti della sinistra erano d’accordo su un ordine del giorno molto impegnativo.
L’ordine del giorno delle sinistre diceva: « Il popolo italiano, ed in ispecie gli italiani dei territori occupati, attendono dal Congresso decisioni di natura fondamentale e definitiva. Rendendosi interpreti dei voti unanimi delle popolazioni, il Partito d'Azione, il Partito Socialista Italiano ed il Partito Comunista I[...]
[...]amano che la mancata formazione di un governo nazionale democratico ricade unicamente sulla monarchia dei Savoia e sul governo Badoglio, propongono al Congresso le seguenti deliberazioni:
1o Non essendo seguita, né al 25 luglio né alla dichiarazione di guerra alla Germania, l’attesa e richiesta abdicazione di re Vittorio Emanuele III, formulare Tatto di accusa contro il re, fondato su tutte le violazioni dello Statuto da lui commesse. 2o Che il Congresso si proclami assemblea rappresentativa dell’Italia liberata e che stabilisca di riconvocarsi al più presto, completandosi con i delegati delle province non ancora liberate, in Roma, per ivi sedere in permanenza, fino alla formazione della Costituente, assolvendo temporaneamente i seguenti compiti: a) procedere alla formazione di un governo straordinario che assommi i poteri della disciolta Camera e della corona, preoccupandosi subito di dargli una larga base di masse; b) intensificare lo sforzo bellico; c) vigilare che niuno attenti alle riconquistate libertà. 3o Nel frattempo, e fino alla lib[...]
[...]l compromesso con tale prospettiva e anche per non assumersi la responsabilità del fallimento di una manifestazione che, comunque, si dimostrava ricca di possibilità per il futuro.
Le conclusioni
L’o.d.g. approvato all’unanimità per appello nominale di tutti i presenti (vi furono solo le due astensioni del liberale F. Cocco Ortu e del socialista A. Corsi, motivate dalla loro fede repubblicana e dal mandato ricevuto in Sardegna), dice:
« Il Congresso, udita ed approvata la relazione Arangio Ruiz sulla politica interna; ritenuto che le condizioni attuali del paese non consentano la immediata soluzione della questione istituzionale; che, però, presupposto innegabile della ricostruzione morale e materiale italiana è l’abdicazione immediata del re, responsabile delle sciagure del paese; che questo Congresso, espressione vera ed unica della volontà e delle forze della nazione, ha il diritto e il dovere, in rappresentanza del popolo italiano, di proclamare tale esigenza; dichiara la necessità di pervenire alla formazione di un governo con i pie[...]